29.5.07

dia internacional dos museus

In occasione del giorno internazionale dei musei, Lisbona offriva la possibilità di visitarne parecchi, molti dei quali aperti anche di notte e con avvenimenti allegati. Ghiotta occasione, che abbiamo cercato di sfruttare al meglio, condizionatamente ai nostri impegni lavorativi.

Parallelamente a questa manifestazione, in prossimità di alcuni musei, erano stati affissi alcuni interventi di arte urbana, destinati a venire rimossi il giorno seguente.

La nostra visita comincia dal MNAA (museo nazionale d'arte antica), piccolo, ma straordinario scrigno di opere uniche. Tra le cose imperdibili lì contenute vi è: il magnifico "Trittico delle tentazioni" di Hyeronimus Bosch, il "S.Girolamo" di Albrecht Dürer, una "Salomè" di Lucas Cranach il vecchio, un "Sant'Agostino" di Piero della Francesca, il più importante quadro portoghese, ovvero "os páneis de São Vicente" di Nuno Gonçalves, un "Inferno" ed un "Ecce Homo" di autori anonimi. Nelle sale non dedicate alla pittura, è molto interessante la collezione dei "Biombos Nambam", paraventi o pannelli di realizzazione giapponese, laccati e dorati , in cui vi è raffigurato l'arrivo dei primi mercanti portoghesi nel 500, buffamente rappresentati da chi non aveva mai visto un occidentale.


Molto bella anche l'esposizione temporanea "O brilho das imagens", pitture e sculture medioevali dal museo di Varsavia, che resterà aperta fino al 17 giugno (chi ne avesse l'occasione deve assolutamente andarci). Il titolo della mostra fa riferimento al largo uso della tecnica della doratura a foglie utilizzata sulla maggior parte dei pezzi esposti. Vasta collezione di tavole, pannelli, polittici con storie delle vite di santi, che sembrano predecessori dei fumetti.Veramente notevole anche il reparto sculture; rimango affascinato alla vista di un crocifisso in cui il cristo, sproporzionato e sgraziato, ha il corpo coperto di gocce di sangue disposte in maniera regolare a mo' di reticolo, e quello che scende dalle ferite sul costato è di una matericità indescrivibile.
In un'altra ala del museo, vi era l'installazione video "deixai falar as árvores", dell'artista Graça Sarsfield. Spettacoli e intrattenimento musicale a cura di djs nel giardino vista Tejo, all'interno museo.
Ci spostiamo verso Praça das Amoreiras per vedere al fondazione Arpad Szenes-Vieira da Silva, ma prima ci infiliamo nel maestoso Mãe da Água, scoperto per caso anche quello nella medesima piazza. punto terminale del percorso dell'Aqueduto das Águas Livres, luogo magico, cisternone 700esco dove l'acqua entrava da una cascata artificiale di formazioni calcaree. Lì vi era una serata di musica e danza barocca in costume e alle pareti una serie di disegni di un improbabile artista italiano, con titolo "Venezia impossibile".

Andiamo quindi alla fondazione che la città di Lisbona ha dedicato a questa importante coppia di artisti del 900, unita nella vita e nella professione. Arpad Szenes, ungherese, e Maria Elena Vieira da Silva, portoghese, si incontrarono nella Parigi delle avanguardie degli anni 20 e vivettero insieme il resto delle loro vite, tra Parigi, Lisbona ed il Sudamerica. Artista astratto lui, si dedicò spesso a fare ritratti della moglie. Lei si trovò un originalissimo stile in cui combinava griglie e mosaici creando composizoni dalle prospettive fuggenti.


Oltre alla collezione permanente, vi era (e vi é ancora, fino al 7 ottobre) una esposizione temporanea di una trentina di opere di Arpad Szenes (delle tante che la fondazione possiede e che non può esporre dato la limitatezza degli spazi), in una sala con l'immancabile dj che metteva sù musica tecno (leit-motiv della giornata dei musei), disturbando un po' l'atmosfera di tranquillita che i visitatori necessitavano x seguire la mostra.
Infine ci mangiamo qualcosa nella caffetteria della fondazione, ci guardiamo un video sulla vita dei 2 artisti e, felici ma stremati dalla visita di ben 3 musei, ce ne torniamo a casa.

17.5.07

Nun se ne può 'cchiù.

Leggo sul sito di repubblica che, per l'ennesimo anno, il punto forte dell'estate bolognese sarà Chaplin (lo è dal 99, cioè da 8 anni). In questi anni, il numero di persone che è passato all'uso di droghe pesanti, è decuplicato.
Basta!! Dateci un taglio.
Salviamo i bolognesi dalla tossicodipendenza!

14.5.07

...segue

Continuo qui, con estremo ritardo, il resoconto delle vacanze pasquali, cominciato col post sull'ultimo viaggio della multipla. In realtà non c'è molto da dire ed i ricordi cominciano a farsi vaghi. É stata una settimana principalmente all'insegna della gastronomia: pranzi, aperitivi e cene in compagnia degli amici che hanno interrotto la monotonia della nostra alimentazione portoghese. Il giorno di pasqua dove mia madre si è sbizzarrita con un pranzo da 10 portate (qualcuna in + dei pasti normali).
Il lunedì sui colli con gli amici a mangiare crescentine e tigelle, uno dei miei alimenti preferiti. Grazie ad Alessia per essere venuta da Roma x vederci.
Il giorno seguente è stato bello rivedere Mario e Marco (ora gelataio superrampante, che faceva sfoggio della sua nuova moto bmw) in un pranzo da Fantoni.


Simpatica pure la gita al paesello col piacere di riscoprire i suoi colori e la sua atmosfera ed anche di vedere che comincia ad esserci un po' di resistenza al leghismo imperante.


Unico momento dedicato alla cultura la fantastica mostra di Magnus (il + grande disegnatore di fumetti di tutti i tempi nonchè mio vicino di casa quando ero bambino) alla pinacoteca, unico evento che rimaneva del festival del fumetto che si era svolto il mese precedente, e che dovrebbe aver chiuso in questi giorni (chi non c'è andato se ne deve pentire).
Ha fatto piacere vedere Helen ed il suo piccolo anglosassonitaliano Felix, oramai gigantesco.
Indescrivibile la gioia di poter mangiare una pizza decente dopo tanto tempo per ben 2 volte (la prossima per me sarà per lo meno a settembre), nonostante si avvertisse già la malinconia per la partenza molto prossima. Un ringraziamento particolare a Roberto e Sonia che sono venuti dalla lontana Senigallia appositamente per vedermi, anche se solo per un paio d'ore.



Il sabato, ultimo giorno, il rito dello shopping in piazzola, un gelato da Stefino ed infine la serata è passata invece che al solito aperitivo, al vicolo Bolognetti per l'interessante manifestazione gustonudo, ove produttori di vino indipendenti facevano assaggiare i loro prodotti al pubblico, contemporaneamente c'era qualcuno a suonare sul palco. Un augurio particolare ai futuri sposi Cristiana e Fabrizio, che abbiamo incontrato in quell'occasione.


Non avevamo + forza (troppo vino e troppe probabili lacrime) per continuare la serata, ci siamo quindi infilati a letto presto, dato che avevamo un lungo viaggio da fare da lì a poche ore: fino a Milano in treno, poi autobus x Malpensa e aereo x Lisbona.
Oramai l'ho sperimantato, ripartire da Bologna mi rende sempre molto triste e fragile, ed ogni volta mi dico che forse non è più il caso di tornarci, in quanto la sensazione di vedere che il posto dove hai sempre vissuto va avanti anche senza di te è dolorosa; non ci si sente + a proprio agio e si diventa estranei. Credo che anche Carine la pensi così. Ma poi riconosco che ciò non è possibile, sono troppo legato a quella città e ci tengo pure famiglia. Dura è la vita di noi esuli.

13.5.07

3D: colecção Berardo na Assembleia da República

17 Abril / 19 Agosto


La collection Berardo expose une trentaine de sculptures à L’Assembleia da Répública, dans l’enceinte du Palácio de São Bento, imposant bâtiment qui trône entre le Jardim da Estrela et Principe Real.

Il s’agit de visites guidées (impossible de se balader sans “surveillance” dans les locaux du Parlement) dont le thème change chaque mois environ.


Notre guide était jeune et parlait un portugais magnifiquement limpide. Un discours clair aussi qui entendait mettre à la portée de n’importe quel visiteur un panorama plutôt vaste puisqu’on allait de Max Ernst à Peter Burk...



Mais le coup de la visite guidée fût aussi pour moi le problème majeur: c’est le guide qui impose le temps qu’on passe devant chaque œuvre et comme il faut l’écouter, quand même, ça se fait, pas eu le temps de tourner auour de chaque œuvre, de la regarder comme je voulais, elle en a même sauté trois!!

Bref, au bout d’un moment, je l’ai beaucoup moins écoutée, la pauvre fille et je me suis régulièrement attardée pour pouvoir observer un peu mieux les œuvres.
Du coup, je crois que je vais remettre ça avant le 19 août.


Parce qu’il faut aussi dire que c’est tout à fait gratuit.

Et ils te laissent repartir avec les lunettes 3D qui vont si bien à Paolo!

Les lunettes, c’est un clin d’œil au titre de l’exposition: les sculptures sont évidemment en 3D, mais y a pas besoin de lunettes...
par contre les noms des artistes sont écrits de manière à ce qu’on les voit en relief en chaussant les lunettes...rigolo.

FANTASPORTO EM LISBOA

Cinéma encore et toujours. Ça devient lassant?
‘Toutes façons, nos posts, y peuvent bien être chiants, rigolos, stupides ou autres, on n’en saura jamais rien, vu qu’on a un peu de mal à sortir du taux de 0,00001% de commentaires.
Mais d’abord je vous parle pas, je me fais des pense-bêtes, na!

Une sélection de films récompensés par le festival de cinéma fantastique de Porto débarque à Lisboa dans un des rares cinémas qui ose une programmation différente: le Quartetto.

Ça démarre très fort le vendredi soir avec:

HISTORIAS DEL DESENCANTO, Alejandro Valle, Mexique, 2005.

Un film à l’histoire simple et tragique, racontée de manière flamboyante, extravagante, mêlant le fantastique et le rêve pour mieux nous laisser le choix: on peut suivre l’histoire en admettant le fantastique ou bien en restant collés à la réalité, c’est de toutes façons une extraordinaire expérience visuelle. Je m’empresse de préciser que l’image est sur pellicule, mais c’est du numérique plutôt pourri et les effets spéciaux n’ont même pas honte de leurs pixels (d’abord!). Ceci dit, et sans vouloir dégouliner de démagogie, ça aussi ça sert le film: ça brouille l’image et la perception, ça crée une atmosphère sans laquelle le film n’aurait sans doute pas eu le même effet sur moi...
Et puis (last-but-not-least), il y a... Porque te vas?
Ça vous dit quelque chose?
Bande originale du film Cria Cuervos (Carlos Saura, 1975)?
Jeanette Dimech chantait ça comme ça:



Le film d’Alejandro Valle en propose trois (!) versions intégrales, toutes plus délirantes les unes que les autres, c’est un régal!
Evidemment impossible de trouver ça sur radioblog (pas si bien fourni qu’ça, qqu’un connait un autre site du même genre?), mais je vous en remets quand même une couche, version chihuahua:



+ option karaoké (le nouveau blog est décidément très tendance!)

Quant à la séance de minuit, elle nous proposait:

SEVERANCE, Christopher Smith, GB/Germania, 2006.

Le genre de film d’horreur avec plein d’humour noir tout le temps (pas Anglais pour rien le type). Mais aussi un suspence insupportable et du sang qui gicle et re-gicle et re-gicle...
Visionnement en deux phases: première phase pendant laquelle, je sursaute au moindre petit bruissement suspect, le corps rigide et nauséaux, pas tranquille. Le sang a commencé à couler dès la première scène, mais ce qui tue est encore non-identifié...
Je décide que ça ne peut pas durer, mais je suis au premier rang et je ne veux pas que la salle entière me voit mettre la main devant mes yeux. Dans un effort extrême de concentration, je me mets à fixer un point de l’écran, le plus éloigné possible du centre et des effusions de sang, des jambes et des têtes coupées, ne reprenant la vision que lors des scènes de blabla.
Et puis, au bout d’un moment, voilà que la mort prend un visage: un groupe de soldats fous furieux, genre machines à tuer, échappés d’une espèce de prison en pleine forêt et qui tuent tout ce qui bouge (en l’occurence des employés d’une boîte qui fabrique des armes). Et là du coup, je sais pas ce qui se passe, mais mon corps se détent complètement. C’est comme à la télé, au journal de 20h, rien que du banal en somme... J’arrive de nouveau à regarder le film, bon, quand même pas tout non plus, ça gicle encore pas mal et là, y a rien à faire, physiquement, je peux pas! Mais ça va beaucoup mieux et je peux commencer à penser que je n’ai pas acheté mon billet pour rien (d’ailleurs, j’ai compris l’histoire, c’est une preuve ça!). En plus, c’est un sale DVD qu’il nous ont projeté, même pas dans son format normal. Ridicule!
(trailer)

Suite et fin ce week-end avec:

CYPHER, Vicenzo Natali, E.U., 2002.

Film de science-fiction bien ficelé.
Le monde des affaires s’appuie désormais sur des technologies si avancées que le lavage de cerveau est devenu un moyen banal de former des agents (à leur insu) pour des opérations très élaborées d’espionnage industriel.
Nous suivons l’un de ces agents qui va être sauvé in extremis du lavage de cerveau et qui va donc devenir un agent-double (doublement confus aussi puisqu’il doit cohabiter avec ses deux identités) entraîné dans une aventure au rythme toujours plus haletant...jusqu’au coup de théâtre final plutôt réjouissant.

Aqueduto das Àguas livres


Ieri era possibile visitare l'acquedotto di águas livres, una delle icone + note di Lisbona, occasionalmente aperto x festeggiare i 260 anni dalla sua costruzione. Lungo 19 km (55 contando le diramazioni), fu costruito per portare acqua in una Lisbona all'epoca all'asciutto (l'unica zona con una cisterna di acqua era l'Alfama). Il tratto sopra la valle dell'Alcantara (fiume ora inesistente, le cui acque,suppongo, sono state incanalate in questo acquedotto) di circa 1 km è composto da 35 archi (14 ad ogiva ed il resto a volta) dei quali il + alto raggiunge i 65 metri di altezza. Ora di sotto ci passano superstrade e linee ferroviarie e sono stati costruiti vari quartieri.
Fino al 1853 il passaggio sopra gli archi era aperto al pubblico. Era infatti l'accesso + diretto utilizzato per le gite in campagna. Fu chiuso in seguito ad una serie di omicidi (all'inizio si riteneva fossero dei suicidi) perpetrati da Diogo Alves il quale, dopo essersi impossessato di una chiave del ponte, stava lì nascosto in attesa di passanti, li rapinava e li buttava giù. Fu l'ultimo decapitato della storia portoghese, e la sua testa, tutt'ora conservata sotto formalina, fu studiata da un equipe di medici e chirurghi, che cercarono, senza successo, di applicare le teorie lombrosiane a quel caso.
L'evento ha ovviamente richiamato un sacco di persone, che i corridoi angusti a lato della condotta hanno faticato a sopportare. All'ingresso si è ricevuti da un paio di attori con costumi d'epoca che dovrebbero fare da guide x la visita. Evitiamo di far parte della massa e ci avventuriamo sul lato nord del viadotto. un po' prima di metà c'è un passaggio attraverso la condotta che ti permette di affacciarti o di percorrere il lato sud, ma Carine ha paura di affrontarlo e così continuiamo sulllo stesso lato. Arriviamo fino in fondo pensando ci sia la possibilità di cambiare lato, o di uscire nel quartiere sottostante, ma niente.
Ritorniamo indietro pensando di poter prendere lo stretto passaggio che permette di passare all'altro lato,ma questi è preso d'assalto dai componenti della visita guidata che nel frattempo erano partiti ed avevano intasato quel punto.


Decidiamo quindi di andarcene verso un'altra meta, cioè il punto terminale del percorso dell'acquedotto, ovvero il Reservatório da Patriarcal, che si trova nel sottosuolo di Praça Principe Real.

Il luogo è piccolo ed umido, e ci lascia un po' delusi. Speriamo, come dice il depliant che ci hanno dato, di poter raggiungere, attraverso un cunicolo sotterraneo, un locale dalle parti di Praça da Alegria, trasformato in un wine bar, ma questo è possibile solo previo marcatura di una visita guidata. Sarà per un'altra volta.

PHOTO MAIRIE


Si vous n'avez pas de mairie sous la main pour afficher cette photo,
vous pouvez la scotcher dans les toilettes, face à vous.

9.5.07

Un primato di cui andare fieri

...in occasione del viaggio in Brasile...

sarkoziste ou intelligent?

une vieille blague modernisée, actualité oblige... (merci aux Katell)

"Lorsque Dieu créa le monde, il décida de concéder deux vertus aux hommes de chaque peuple afin qu'ils prospèrent.
Par exemple il rendit les Suisses précis et pacifistes,
les Anglais flegmatiques et ironiques,
les Japonais travailleurs et réalistes,
et les Italiens joyeux et humanistes.
A propos des Français, il dit :
"Les Français seront intelligents,honnêtes et sarkozistes."
Lorsque le monde fut achevé, l'ange qui avait été chargé de la distribution des vertus demanda à Dieu :
"Seigneur, Tu as dit que Tu octroyais deux vertus à chaque peuple, mais les Français en ont eu trois. Est-ce pour cela qu'ils se placent au dessus des autres ?
- En vérité, je te le dis, chaque peuple a deux vertus, y compris les Français, car chacun d'entre eux ne pourra en posséder que deux à la fois. Ce qui veut dire que:
Si un français est sarkoziste et honnête, il ne sera pas intelligent ;
Si il est sarkoziste et intelligent, il ne sera pas honnête ;
Si il est intelligent et honnête, il ne peut pas être sarkoziste."

7.5.07

INDIELISBOA 2007

Grosse programmation pour ces dix jours intensifs de cinéma indépendant répartis dans 4 cinémas, soit 9 salles en tout. Un collègue nous conseille d’acheter au plus vite les billets des séances qui nous intéressent car le festival a beaucoup de succès et il n’est pas toujours évident de trouver les billets que l’on veut le jour-même. Dans le journal, le jour de l’ouverture, nous lisons bien peu de choses et nous arrivons à la caisse du cinéma Forum Lisboa avec les idées très peu claires: nous savons juste que nous voulons voir un film le soir même. Pendant que nous faisons la queue, nous lisons rapidement le programme et nous choisissons, un peu au hasard, une dizaine de séances.

Quelques déceptions et surprises plus loin, voici mon palmarès personnel et très élliptique, c’est-à-dire qui ne reflète en rien la programmation bien trop vaste du festival: nous avons par exemple dû laisser de côté le jeune cinéma allemand, largement représenté dans une des sections, mais aussi l’œuvre du japonais Shinji Aoyama dont j’avais détesté le “Crickets”...mais bon, j’aurais bien aimé confirmer ou infirmer cette première et unique impression en voyant au moins l’un des 14 films présentés...Que dalle, les rares films dont la trame semblait pouvoir m’intéresser tombaient toujours très mal...c’est la vie ou (en italien) non era destino!!
Et voici le top ten:


1) PATTERN 3, Jamie Travis, Canada, 2006
Troisième et ultime volet des aventures amoureuses autant qu’étranges de Pauline et Michael. Le kitsch se mêle à la poésie et à l’absurde. Génial.

2) PRINCESS, Anders Morgenthaler, Danemark, 2006
Animation violente et désespérée jusqu’au bout:
la morale n’est pas sauve, elle en prend même un sacré coup.
For adults only (on est bien loin de Candy, en gros). Très très bien.



3) SHORTBUS, John Cameron Mitchell, E.U., 2006
A la recherche de l’orgasme perdu (je ne sais pas si Proust me pardonera)
Adorable film. Bonne musique. Un film où le tragique et le comique se mêlent allègrement...l’hymne américain “interprété” dans le trou du cul d’un jeune homme, transformé à l’occasion en trompette, irrésistible... Bonne surprise.



4) GUIDE DOG, Bill Plympton, E.U., 2006
L’incontournable Bill Plympton récidive après GUARD DOG.
Comme toujours, c’est cruel et c’est drôle.



5) THE SADDEST BOY IN THE WORLD, Jamie Travis, Canada, 2006
L’auteur de PATTERN 3 conserve le même style pour ce court au titre explicite. Pendera ou pendera pas au bout de sa corde?


6) BAYRAK/THE FLAG, Köken Ergun, Turquie, 2007
Dans ce court, l’auteur filme sans commentaires (pas besoin) une fête patriotique au cours de laquelle écoliers et petits scouts se succèdent au micro pour réciter une effrayante succession de discours où transpire toute l’horreur d’un endoctrinement apparemment très efficace. Eloquent.

7) A SCANNER DARKLY, Richard Linklater, E.U., 2006
Voici, après Waking Life, un second film réalisé selon la même technique d’animation qui donnent de fabuleux résultats. J’avais admiré le premier uniquement du point de vue technique et esthétique (en ce qui concerne l’histoire, mes souvenirs sont assez vagues: blabla, blabla, blabla...). Le deuxième est adapté d’un roman de Philip K. Dick (basé sur sa propre expérience de junkie) et l’histoire, bien que compliquée (la linéarité sans cesse interrompue par des scènes où délires et réalité s’entremêlent), tient la route. C’est loin d’être gai...et comme si ça ne suffisait pas, le film se clôt sur une liste de victimes des drogues synthétiques: noms et conséquences. La liste n’en finit plus. On ressort de là un peu accablés, signe que le message est passé.


8) JANTAR EM LISBOA, André Carrilho, Portugal, 2007
Jolie animation pour un court sympathique dont l’histoire se situe à Lisbonne, comme son titre l’indique. L’histoire est un peu faiblarde, mais avec un joli final en forme de boucle bouclée.

pour en savoir plus sur l'animation portugaise, un simple clic

9) OLHAR O CINEMA PORTUGUÊS - 1896-2006, Manuel Mozos, Portugal, 2006
Documentaire réalisé par un collègue de l’Anim également réalisateur et pas qu'un peu (son film le plus cité sur internet reste Xavier, mais il vient d'en finir trois...affaire à suivre). Film de montage à partir d'images d’archives (justement beaucoup de films sur lesquels on vient de travailler ou bien sur lesquels on va travailler) montés et présentés de manière amusante, parfois ironique (à la question: pourquoi le cinéma portugais est-il applaudi à Cannes et ignoré au Portugal? Manoel de Oliveira sèche...). C’est exactement le genre de panorama du cinéma portugais dont nous avions besoin.

10) DAD, Daniel Mulloy, G.B., 2006
Un film cru (heureusement court!) quasiment sans dialogues, mais le malaise passe...Un fils déjà dégarni vit chez ses parents, entre répulsion face à leur vie sexuelle encore active, misère sentimentale d’un homme qui ne s’est pas construit sa propre famille et qui surfe sur les sites porno et amour filial qui transforme soudain le type dégarni en un petit garçon qui vient se serrer dans les bras de son père. Grande efficacité de la mise en scène, un film pas facile et courageux.

TRADUZIONE IN ITALIANO a cura di Cicciobomba

3.5.07

a ultima viagem da multipla

Son già passate + di 2 settimane da quando ho dovuto abbandonare la mia macchina, ed ancora la malinconia non passa. Come molti di voi affezionati lettori ben sanno, sono stato costretto a liberarmene, in quanto la fottuta burocrazia del luogo non mi permette di tenere una macchina con targa italiana, avendo io preso la residenza qui (ma a che cazzo serve la comunità europea?), ed una eventuale reimmatricolazione è così complessa da risultare impossibile, situazione aggravata dal fatto che in Portogallo non esiste una rete di distribuzione di metano e che la Multipla 1a generazione è qui considerata classe 2 (come autobus e camion), pagando così + del doppio i pedaggi autostradali.
A malincuore l’ho così riportata in Italia per metterla in vendita, viaggio fatto in occasione delle vacanze pasquali. Per l’occasione è venuto qui a darmi un preziosissimo aiuto mio padre (al momento unico esponente della mia famiglia ad essermi venuto a trovare qui nel mio esilio), dandomi il cambio al volante in questo viaggio di 2500 km.

foto: 1 - 4 - 6 - 7 - 8

Partenza il 5 aprile; dopo la mattinata passata al lavoro vengo raccolto all’Anim 2 da Carine e mio padre che mi raggiungono all’una, dopo aver fatto le ultime commissioni e caricato la macchina dei bagagli 1. È gia ora di pranzo, andiamo quindi a riempirci la panza di ottime tiras de porco 3 con Luzia e Alice. Il pranzo finisce per le 3. Per evitare il traffico prepasquale della città, decido (a torto) di non ripassare per Lisbona, ma di aggirare la laguna a nord , strada a me ancora ignota. In effetti, il pezzo di N1 tra Alverca e Vila Franca de Xira 5 si percorre a passo d’uomo. Attraversiamo il ponte 6 sul Tejo e ci ritroviamo sulla N10, una strada molto + tranquilla. Prendiamo una scorciatoia per Vendas Novas 9, passando per Canha 7 attraversando un paesaggio tipico dell’Alentejo, in mezzo a boschi di sobreiros (querce da sughero) e pini marittimi 8.

foto: 10 - 11 - 13 - 14 - 15

Continuiamo sulla N4, la statale che attraversa L’Alentejo, passando per Montemor-o-Novo 10, costeggiando a nord la Serra d’Ossa, Estremoz 12, Elvas 13. La strada è scorrevole ma il tempo non è bellissimo ed ogni tanto ci troviamo sotto ad uno scroscio di pioggia. Alle 6 e 15 attraversiamo la frontiera con la Spagna 14 a Badajoz e ci immettiamo nella superstrada che ci porterà fino a Madrid. Appena possibile mi fermo a fare benza (che in Spagna costa al litro circa 30 c in meno che in Portogallo) e Bernardo passa al volante. Ne approfitto per cambiare il fuso orario.

foto: 16 - 17 - 18

Si continua sempre sotto ad un cielo incerto fino al calare del tramonto. Maciniamo chilometri, fino a che non ci fermiamo a cenare in un autogrill 18 presso Talavera de la Reina verso le 11. Riprendo il volante e siamo ad un centinaio di Km dalla capitale. Il “potente” servizio di navigazione non è in grado di farmi seguire il percorso, che avevo accuratamente segnato su un foglio, per evitare il nodo di Madrid 19 (quello segnato in viola sulla mappa) Ci ritroviamo quindi, dopo aver percorso un lungo tunnel illuminatissimo, in Plaza de España, in una notte madrilena piena di traffico, e mi ci vuole un po’ di tempo x riuscire ad uscire dalla città. Riesco a continuare ancora per un pochino, ma la stanchezza mi fa fermare ad un motel presso Guadalajara 20 dove alloggiamo x la notte. È l’1 e 30 ed abbiamo percorso solo 700 km.

foto: 20 - 21 - 22 - 23 - 24

Risveglio, colazione abbondante e ci si rimette in marcia, direzione Saragozza. Attraversiamo svariati paesaggi, dai colori forti, marcati dalla presenza dei tipici tori. Il tempo fa schifo ed il traffico è intenso, dato che è venerdì santo ed in ogni città c’è una qualche processione folcloristica, e come si sa, gli spagnoli vanno matti per queste cose. Arriviamo a Saragozza 23 che è mezza inondata dall’Ebro, straripato il giorno precedente. Lì prendiamo l’autostrada in direzione Lleida 25. Prendo un’altra di quelle decisioni discutibili, ovvero, per evitare il probabile traffico di Barcellona, decido di tagliare per i Pirenei.

foto: 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31

Entriamo così nella Catalogna + profonda, dove nei villaggi quasi esiste solo il monolinguismo catalano, bei paesaggi collinari contornati da laghetti, poi montagne. Il tempo continua ad essere brutto. Ci fermiamo a mangiare presso Oliana. Il viaggio prosegue e quando siamo a Seu d’Urgell, decidiamo di fare una piccola deviazione per Andorra 28, statarello paradiso fiscale in mezzo ai Pirenei, dove alla frontiera sei controllato nel bagagliaio sia quando entri che quando esci. È una vallata in una gola con una unica strada ai cui lati c’è un centro commerciale ogni 20 metri ed un benzinaio ogni 10. Il paesaggio è nascosto dalle pubblicità e c’è un traffico terribile di spagnoli e francesi che accorsi lì a fare acquisti. Facciamo giusto benza (costa ancora un po’ meno che in Spagna) e scappiamo schifati (con pausa obbligata al posto di frontiera). Ripassiamo per Seu d’Urgell e giriamo per una vallata contornata da cime innevate fino a Puigcerdà, frontiera con la Francia 29 dove arriviamo verso le 5. Oltre frontiera, la qualità delle strade peggiora sensibilmente. Causa lavori, siamo costretti ad un’assurda deviazione fino ai 2000 e passa metri di Font-Romeu 30, stazione sciistica in piena attività. Un sacco di tempo perso ed arriviamo a Perpignano 31 che son già le 7 e 30. Lungo la strada si incontrano strani pali a forma di sigaretta.

foto: 33 - 34 - 38 - 39

Da lì, e fino alla fine, sarà tutta autostrada. La benzina passa dai 0,9 di Andorra agli 1,4. Ceniamo presso Arles 32 che sono le 10 e decidiamo di non fermarci e di fare una tirata fino alla meta. Tranne il mega casello di Salon de Provençe 33, il traffico è scorrevole. All’1 e 30 siamo già a Ventimiglia,ma ho un crollo fisico quando siamo un po’ + avanti. Faccio una pausa pisolo di un’orella nell’area di servizio di Spotorno 35, e riparto per le 4. Per strada non c’è nessuno. A Piacenza 36 alle 5 e 40 si passa sull’A1. Mi spingo fino a Parma 37 e lascio a Bernardo l’onore di portare la multipla alla destinazione finale. Sull’A1 il traffico è sostenuto ancora prima che il giorno si alzi, anche a causa dei numerosi cantieri tra alta velocità e 4° corsia. Col levarsi del sole scorgo la sagoma di S.Luca, il viaggio è finito. C’è solo da pagare l’ultimo pedaggio, percorrere un tangenziale tempestata di cantieri fino a S.Donato 39, e parcheggiare per l’ultima volta la macchina. Sono le 7 di mattina. Addio multipla.

A breve, post sulle vacanze bolognesi

1.5.07

A REVOLUÇÃO DOS ESCRAVOS!

Si Dieu existe, pourquoi n’est-il pas allé voter?
Se Dio esiste, perché non è andato a votare?

L’idée était de manifester notre solidarité aux “précaires” au cours de la parade "mayday". Ces derniers ont commencé par organiser hier une fête préparatoire qui fut bien arrosée, dans les locaux de l’ex-faculté d’études vétérinaires, un lieu à l’atmosphère tout à fait particulière puisqu’on y déambule au milieu de massives tables de dissection en marbre...

C’est la première fois que les “précaires” portugais s’organisent pour participer à la grande manifestation syndicale du 1er mai. Mais d'autres parades “mayday” se sont créées un peu partout en Europe depuis 2001, d’abord à Milan, puis dans d'autres villes comme Paris, Londres, Barcelone, Berlin...

Bien arrosée aussi la manifestation du 1er mai, mais par la pluie cette fois... maldita chuva qui a commencé l’air de rien, une goutte par ci par là, et qui s’est ensuite faite de plus en plus insistante et persistente puisqu’il pleut encore au moment où j’écris.

Sans ça, ça avait plutôt bien commencé. Il y avait du soleil, des Gnawas pour donner le rythme et faire un peu de bruit, parce que les pauvres précaires, y devaient pas être plus de deux cents. La marche jusqu’à Alvalade fut donc festive. La veille, les participants avaient eu l’occasion d’apprendre une petite chorégraphie spécial manifestation, avec notamment un mouvement lascif pour être le plus “flexi” possible!

A Alvalade, nous retrouvions le reste des différents syndicats pour faire la fin de la route jusqu’à Campo Grande ensemble...


euh, presque ensemble...

en fait, en tant qu’avant-dernière roue du carrosse, puisque le service de sécurité ne nous a pas laissé nous incruster avant que tous les syndicats “importants” ne soient passés, c’est le groupe des immigrés qui nous a fait passer et qui a conservé sa position de dernière roue du carrosse.

Nous avons donc atteint Campo Grande à temps pour entendre hurler le dernier intervenant dans les colonnes d’enceintes qui parsemaient la pelouse. Difficile de réprimer le besoin de me couvrir les oreilles pour essayer de conserver indemne mes deux tympans. Pourquoi ne lui a-t-on pas expliqué que l’objet qui se dresse devant sa bouche n’est pas une boule de glace?

Le temps de boire un coup et nous sommes à tordre. Dès la deuxième chanson, la pelouse s’est vidée à la vitesse de la lumière. Seuls quelques groupes résistent autour des stands culinaires (a tasca dos metalurgicos, a casa do Alentejo...). Nous finissons par en avoir marre de cette humidité qui nous colle à la peau depuis des heures et nous prenons la direction du métro le plus proche où, ô surprise, une bonne vingtaine de contrôleurs attend les manifestants sans billets.
Pas très solidaires, ces contrôleurs-là!